La tecnologia, pur abilitando, non sempre facilita e semplifica l’indipendenza a persone con capacità residua funzionale bassa.

La tecnologia, pur abilitando, non sempre facilita l’indipendenza.

Tutti concordano che la tecnologia sia un valido strumento nonché un abilitante per perseguire obiettivi di vita indipendente per persone con disabilità. Tuttavia, le caratteristiche dell’offerta tecnologica limitano il perseguimento di questi obiettivi per le persone con una capacità residua bassa o con disabilità multiple.

Figura 1. Capacità della tecnologia di soddisfare i fabbisogni in funzione della capacità residua funzionale

Gli andamenti della domanda e dell’offerta di supporti tecnologici sono tra di essi contrapposti (cfr. figura qui sopra esposta).

L’accessibilità e l’utilizzabilità dei prodotti tecnologici offerti tendono a ridursi al diminuire della capacità funzionale residua mentre il fabbisogno di tecnologia, invece, tende a crescere al ridursi della capacità funzionale residua. Per cui le persone con disabilità importanti o con disabilità multiple vedono preclusa la possibilità di massimizzare i potenziali benefici offerti dalle stesse tecnologie.

TecnologicaMente inSuperAbili si colloca nell’area in cui la domanda di tecnologia è maggiore all’offerta. È un’area dove le singole tecnologie evidenziano delle carenze o dei limiti che non consentono alla persona di perseguire i propri obiettivi per una vita più indipendente.

Per rispondere ai bisogni di autonomia e indipendenza è necessario ricorrere a più prodotti tecnologici. Spesso le tecnologie non parlano fra di loro perché ognuna di essa si basa su una soluzione proprietaria oppure possono andare in contesa su una specifica componente tecnologica che deve essere condivisa.

Questo comporta che la persona debba adottare più dispositivi per poter svolgere delle funzioni oppure, data la carenza di standard e di apposite tecnologie di supporto che facilitino l’interazione con diversi dispositivi, rinunciare a certe funzionalità.

Vediamo alcuni casi in cui le tecnologie non facilitano e non semplificano l’autonomia e l’indipendenza di una persona con capacità funzionali residue basse.

Prendiamo il caso di una persona la cui capacità funzionale residua sia bassissima e gli consente di utilizzare la sola voce. La soluzione tecnologica, conseguente alla situazione esposta, sarebbe l’adozione di un assistente vocale. Tuttavia, questo non è possibile perché gli attuali assistenti vocali, per alcune funzionalità, possono richiedere l’intervento manuale che la persona è impossibilitata a eseguire. Ad esempio, per terminare una chiamata invocata con l’ausilio dell’assistente vocale di Google si deve attendere che la persona chiamata chiuda la conversazione telefonica poiché è impossibilitato a terminare la chiamata stessa con un comando vocale. L’alternativa potrebbe essere Bixby che consente questa funzionalità ma non gli consente di eseguire in autonomia l’invio di messaggi perché anch’esso prevede un intervento manuale mentre il precedente assistente sarebbe stato in grado di inviare il messaggio. Per cui per sopperire ai limiti degli assistenti vocali è necessario averli entrambi non semplificando la qualità di vita della persona.

Un altro esempio è il caso di una persona, che data la sua limitata capacità di movimento degli arti superiori abbinata alla disartria e a una forte miopia, debba ricorrere all’impiego di un comunicatore di cui tuttavia non si riesce a massimizzare i potenziali benefici a causa di una impossibilità di interagire con altre piattaforme tecnologiche proprietarie. Ad esempio, il software di comunicazione Grid3 consente di accedere alla funzionalità di un qualsiasi browser web perdendone, però, il controllo e quindi non consentendo alla persona di navigare nel browser web stesso utilizzando le funzionalità offerte dal comunicatore. Questo esempio mette in evidenza come la tecnologia limita l’autonomia della persona, la quale o deve rinunciare all’utilizzo del browser oppure deve chiedere l’intervento di una terza persona.

Questi due casi non sono dei casi assestanti, anzi vi è una pluralità di persone che si trovano in queste situazioni. Per queste persone la tecnologia non semplifica la loro vita ma anzi la complica dovendo gestire più tecnologie e ne limita l’autonomia, l’indipendenza e la qualità della vita.

TecnologicaMente inSuperAbili, avendo in prima persona vissuto queste esperienze, mette a disposizione le proprie competenze a tutte quelle persone che non riescono a trarre i potenziali e possibili benefici dalle tecnologie.

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